Modello del carro per il trasporto del David all’Accademia

Modello del carro per il trasporto del David da piazza della Signoria all’Accademia
1873
legno, 47 x 34,5 x 34,7 cm
Casa Buonarroti, inv. 698

Il “traslocamento” del David da piazza della Signoria all’Accademia di Belle Arti avvenne tra il 31 luglio e il 4 agosto 1873, utilizzando il carro ideato dagli ingegneri Porra e Poggi, del quale la Casa Buonarroti possiede questo accurato modello originale. La statua fu sistemata all’interno del carro in posizione verticale, con la parte inferiore racchiusa in una cassa di legno assicurata alla base, alle ginocchia e alla parte superiore delle gambe; forti molle spirali in acciaio furono collocate nell’apparato di sospensione, per evitare le scosse; il carro si muoveva su rotaie, con apposito piano girante per affrontare gli angoli delle strade. Gli apparecchi erano stati approntati nelle officine delle Strade Ferrate Romane. Il trasporto durò cinque giorni perché, a causa del caldo, si poté lavorare soltanto dalle quattro alle undici del mattino. Era l’ultimo atto di una operazione causata da fondate preoccupazioni conservative: forse il primo caso di rimozione di un’opera d’arte dall’esterno per motivi di questo genere.
(Vale la pena di ricordare che la “imperfectione del marmo” era stata notata fin dall’inizio, nel dicembre del 1504, quando cioè si doveva decidere la collocazione della statua terminata da poco, tanto che si prospettò la possibilità di ricoverarla sotto la Loggia dei Lanzi in piazza della Signoria. Ma il David trovò la sua prima sistemazione davanti a Palazzo Vecchio, dove nei secoli subì alcuni oltraggi, essendo stato preda tanto del fulmine quanto delle violenze di strada, anche politiche).
L’impresa di trovare al colossale capolavoro una degna sistemazione che lo sottraesse alle intemperie era resa ardua anche dal fatto che l’opera appariva da sempre parametro di bellezza e simbolo eccelso della città. Già nel 1846 il marchese Nerli, direttore del Genio Civile in Toscana, aveva proposto di porlo al riparo, sostituendogli un “getto di bronzo, da commettersi al regio fonditore Clemente Papi”. Il progetto, giudicato allora troppo costoso, fu ripreso cinque anni dopo dal successore del Nerli, Alessandro Manetti, che riscontrò nella statua “sensibili degradazioni da incutere serio timore sulla sua sicurezza, in specie se avvenisse una qualche scossa, anco leggera, di terremoto”. Si tornò alla proposta antica della Loggia dei Lanzi, che non ebbe seguito per le dimensioni dell’opera; di nuovo il progetto parve arenarsi, e per più di dieci anni il David rimase dov’era, con una copertura a ripararlo dalle intemperie. Nel frattempo Clemente Papi aveva eseguito la prevista fusione in bronzo, che nel 1875 sarebbe stata sistemata su un monumentale basamento al centro del piazzale Michelangelo. Infine, nel 1866 fu costituita una commissione che propose svariati ricoveri, tra cui il “grande salone” dell’appena costituito Museo del Bargello e due diverse sistemazioni all’interno del complesso di San Lorenzo; vinsero la partita i grandi spazi esistenti all’interno dell’Accademia di Belle Arti, dove, nel 1875, il David fu al centro della mostra più importante delle celebrazioni michelangiolesche, per trovare poi la destinazione definitiva nel 1882, nella Tribuna ivi allestita nel frattempo da Emilio De Fabris.

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