Studio di fortificazione per la Porta al Prato di Ognissanti

Michelangelo Buonarroti

Studio di fortificazione per la Porta al Prato di Ognissanti

1529-1530 circa
penna, acquerello, matita rossa,
410 x 568 mm
inv. 13 A

 

Nei primi mesi del 1529 si diffusero a Firenze notizie allarmanti, secondo le quali il papa Medici Clemente VII si preparava a far tornare al potere, con l’aiuto dell’esercito imperiale, la sua famiglia, cacciata dalla città il 17 maggio di due anni prima. Il Governo Popolare decise allora di completare le opere di difesa intraprese ancora sotto i medici nel 1526, e rimaste incompiute. Fu creato un comitato, i “Nove della Milizia”, del quale fu chiamato a far parte Michelangelo, che poco dopo sarebbe stato nominato “governatore e procuratore generale delle fortificazioni”.

Investito di una carica così importante e incoraggiato dalla stima dei concittadini, Michelangelo elaborò allora una serie di proposte di difesa per le porte delle mura, che, per la loro complessità e novità, non furono realizzate o lo furono in una minima parte oggi distrutta.

È stato perciò possibile precisare questi suoi progetti solo attraverso lo studio dei sedici straordinari disegni della Collezione della Casa Buonarroti, già segnalati fin dall’inizio del nostro secolo, ma valorizzati pienamente dal Tolnay e dalla Barocchi e, più recentemente, da Pietro Marani e da Amelio Fara.

In questi disegni si riconoscono oggi una spiccata originalità e una vocazione dinamica pienamente coerenti con le architetture michelangiolesche a essi contemporanee, e anche innegabili novità tattiche e strategiche. Ma attribuire a tali progetti la validità operativa che non riuscirono a scoprire i contemporanei dell’artista non toglie a questo gruppo di fogli una loro speciale valenza estetica. Ne è esempio questo Studio di fortificazione per la Porta al Prato di Ognissanti (inv. 13 A), che ha avuto, tra gli studiosi, particolare fama per la sua comunicativa bellezza: tanto da essere stato definito da Paola Barocchi una “invenzione … che si apre e rompe con una espansiva energia che impronta delle proprie direttrici spaziali l’ambiente circostante”.

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